Affermazione che mi disse uno un po' di tempo fa.
Si definisce ateo, pure un personaggio intelligente, pubblico, televisivo, di grande cultura e impatto, ottantenne che si dichiara ateo, di sé stesso dice che una volta passato, sarà ‘terra da ceci’.
Dire ‘Sono ateo’ è una decisione di comodo, presa in gioventù, dopo un avvenimento molto doloroso, in cui ti sei chiesto: “dove sei o Dio? Perché non intervieni? Hai creato tutte queste cose e dato vita a ogni genere di creatura e ora le hai dimenticate? Sei forse morto? Oppure ti stai dedicando a costruire altri mondi?”
Ci hai forse abbandonati all’ignoto, considerando che siamo divenuti noi stessi creatori di caos?
Così, tu, uomo alla ricerca delle risposte alle tue domande, per darti una spiegazione logica e senza impegni, hai deciso di dichiararti ateo.
Lo sostieni da una vita, sicuro, convinto, e libero.
Ti è rimasta quella sicurezza di credere non più in Dio, ma nel gioco d’azzardo, alla dea della buona fortuna, sicuro di te, quel tanto che basta per rischiare a poker ‘all in’ ma purtroppo sei prevedibile, (sei titubante, fingendo di non esserlo) grazie alle tue molteplici scaramanzie in cui credi molto, sei sempre più convinto che vincerai la mano che stai giocando, ma finisce sempre che ti pelano come pochi.
Ora ti pesa quella decisione di gioventù, non lo vuoi ammettere né agli altri e tanto meno a te stesso, ma purtroppo quella libertà di cui ti eri tanto convinto vacilla, e non sai più da cosa sei libero.
La tua posizione di comodo, cioè non essere sottomesso a un Dio, ma essere tu a decidere per te stesso, non ti dà più la sensazione di libertà.
Hai comunque deciso di essere un buono, che rigetta le cose malvagie, passando la tua vita a studiare e cercare di migliorare le cose anche per gli altri, nel tuo cerchio d’azione.
Ora di fronte allo tsunami di domande a cui cerchi di rispondere e che ti invadono, vacilli, non solo fisicamente per l’età, ma anche intellettualmente, e forse un po’ anche spiritualmente, e hai tanti punti di ‘?????’ domanda a cui vorresti una risposta.
Ora provo a spiegartele ‘?????’.
Ammettere l’esistenza di Dio, è un carico da portare.
Significa ammettere che sei una creatura fatta da un Creatore, (questo è un credere non impegnativo).
Ma poi significa anche ammettere che il Creatore ci ha dato delle leggi scritte, (qui cominci ad arricciare il naso).
Significa ulteriormente accettare i suoi rappresentanti visibili sulla terra che lui chiama “i suoi servitori” e che hanno l’autorità di far rispettare la legge morale. Questa è la parte più difficile da accettare, per chi dice di non credere in Dio, ossia doverti sottometterti ad un tuo simile e considerarlo superiore perché dice di rappresenta l’invisibile.
Ma sappi o uomo a somiglianza di Dio, che è giusto far rispettare le leggi che Dio ha già fatto scrivere e non si può né togliere né aggiungere a quello che già c’è.
Non ti devi sentire ingabbiato da una cornice morale, che ti impone il come devi adorare Dio, ma sarai tu che con l’intimità che troverai con Dio ti complementi in modo gioioso con i principi che già sai o che scoprirai. Tu sei il capolavoro artistico che riempirà la cornice, interagendo tra coscienza e principi.
L’immagine mentale che ci conforta e che ci ha regalato Gesù è quella della posizione di ‘figlio’ e non più ‘servo’, parola utilizzata dalla severa legge ebraica.
Quindi la filiera a monte del figlio ubbidiente trasmette affetto, amore, pace, è libertà, (anche se condizionata, è pur sempre la migliore).
In buona sostanza, o ateo, la legge scritta dal Creatore dice in:
Romani 1:20 “Infatti le sue qualità invisibili — la sua eterna potenza e divinità — si vedono chiaramente fin dalla creazione del mondo, perché si comprendono dalle cose che ha fatto”. Tu non puoi giustificarti, escludendo la creazione, dichiarandoti ateo.
È una verità che brucia dentro, ecco perché è molto più facile scaricarsi del carico di credere, dicendo:
“Sono ateo”
Suggerirei una prova semplicissima che potresti fare, se riesci a controllare il tuo orgoglio. Rivolgiti a Lui personalmente chiamandolo col suo nome GEOVA e digli semplicemente quello che pensi (non le litanie dette a memoria) fallo con espressioni tue, e probabilmente proverai una dimensione nuova, o una risposta inaspettata, una sensazione che i credenti riconoscono come il soffio dello S.S.
Tu che sei disposto a rinunciare alle benedizioni di chi crede, potresti essere uno di quelli che pensano “meno male che grazie a Dio sono ateo”.
Per me stesso dico : “meno male che grazie a Dio non sono ateo”.
Tutti noi, te compreso, anche se ci riteniamo neutrali alla fine dobbiamo fare una scelta.