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L’Italia è sempre bella da ogni angolo la guardi. |
Film, intrattenimento, pubblicità, con una profusione di dialetto napoletano, siciliano, calabrese, romano. Tutti spettacoli di cultura e simpatici, ma per Il resto degl’italiani è solo noia se come me non capiscono i dialetti.
La RAI è in contesa tra quattro clan, primi i siciliani seguiti dai napoletani, poi i calabresi e in fine i pugliesi, il resto degli italiani sono esclusi.
Sembra che la RAI sia spartita dalle quattro mafie. A questo punto dei fatti, non è più pubblica, ma ...
Mi chiedo?
I nostri soldi del canone vanno a sostenere quali generi di persone e quali tipi di servizi? Con un abbonamento di 9 € al mese ci propinano un 50% di programmi vecchi degli archivi, addirittura alcuni servizi obsoleti, sono stati nuovamente messi in onda il giorno seguente, anche se è solo sbadataggine, tuttavia dimostra noncuranza, indifferenza, e che il vero obbiettivo è l’introito, come dire devi fare ascolti ad ogni costo, non importa come, la cultura è sbeffeggiata. Pur ottenendo un introito gigantesco dove ogni famiglia paga un pizzo per un servizio puerile e scadente, pochissimi protestano, è un prodotto per lo spettatore, simile alle patatine che una tira l’altra, per effetto degli insaporitori, l’importante è che piaccia, a nessuno importa se quel cibo fa male, questi programmi sono gustati specialmente nelle due lingue preminenti, il siciliano e il napoletano.
Mi chiedo: ma lo stato cosa ci sta a fare? Guarda in silenzio, tace e acconsente? Oppure è nella morsa della paura? O peggio gli va bene perché gli danno il contentino? Svegliatevi!
Alcuni di questi programmi sono sottotitolati, questo mi irrita, perché riesco solo a leggere le prime tre parole e poi la scritta svanisce.
Questa dei dialetti a profusione, è una irritazione involontaria che divide le regioni, rendendo incomprensibile molti programmi della TV.
Forse la RAI ha il C.D.A. sudista?
Penso che anche i programmi in dialetto facciano cultura, ma dovrebbero essere trasmessi su un canale tematico regionali, oppure su canali secondari a disposizione di tutti.
In un mondo in rapida trasformazione dove tutto è concepito per unire, perché dividere con spettacoli di parte, oppure regionali?
Questa è una non lungimiranza degenerativa, che divide.
En.. di Ab....
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